Buon pomeriggio readers e ben tornati nel blog con un nuovo evento targato Mondadori!
Dopo il post di questa mattina torno nel blog a parlarvi di “La guerra dei papaveri” di R. F. Kuang.
È uscito lo scorso 13 Ottobre e non potevo di certo perdermi questa uscita. Infatti, fin da quando annunciarono l’uscita di questa meraviglia, non vedevo l’ora di leggere questa nuova storia e immergermi in un nuovo bellissimo fantasy!
Ma prima di venire a noi ringrazio come sempre la casa editrice per la copia digitale del romanzo!
Titolo: La guerra dei papaveri
Autore: R. F. Kuang
Genere: Fantasy
Editore: Mondadori
Serie: The Poppy War #1
Pagine: 614
Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell'Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. Ci riuscirà risvegliando il potere dell'antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo…
La serie
La serie Poppy War è composta da:
1. La guerra dei papaveri
2. The Dragon Republic (Inedito in Italia)
3. The Burning God (Inedito)
recensione
Quella mattina Rin non era riuscita a mandare giù niente per la tensione. Il solo pensare al cibo le faceva venire il voltastomaco. La vescica e l’intestino erano vuoti. Era invece la mente a essere piena zeppa di un numero inimmaginabile di formule matematiche, poemi, trattati e date da riversare sui fogli d’esame. Era pronta.
La trama di “La guerra dei papaveri” è molto ampia e parlarvi in linea generale di tutto è un po’ difficoltoso. Quindi ho deciso di parlarvi, sostanzialmente, della protagonista di questa storia intricata e bellissima, che ho amato dall’inizio alla fine è che, seppur conti più di 600 pagine, ho letto con una facilità assoluta (cosa non semplice in questi giorni pieni di uscite interessantissime)!
La prima cosa da sottolineare è il periodo storico in cui l’autrice ha deciso di ambientare la storia: la seconda guerra sino-giapponese avvenuta tra il 1937 e il 1945. Studiando storia conosco bene il periodo in cui è ambientata ma, purtroppo, la storia asiatica in università è abbastanza marginale, quindi ho letto il libro conoscendo veramente poco di ciò che è successo realmente - non nascondo però che ho molta voglia di documentarmi di più adesso.
Ma detto ciò, torniamo al motivo per cui siamo qui: com’è stato leggere “La guerra dei papaveri”?
Rin è il nome della nostra protagonista ed è una di quelle protagoniste che vi entrano dentro, un personaggio che può facilmente diventare qualcuno da seguire, in molti aspetti mi ha ricordato Mia di Nevernight, non perché si somiglino particolarmente, anche la loro storia è completamente diversa, però il mood mentre leggevo era quello e non ho potuto che amarla ancora di più per questo.
Il vapore si alzò dall’acqua nel raggio di cinque piedi dal punto in cui si trovava Altan. Rin dovette ripararsi gli occhi. Era un perfetto speerliano. Era un dio incarnato nell’uomo. Altan respingeva i soldati come un’onda. Questi indietreggiavano preferendo tentare la fortuna sui loro battelli in fiamme anziché affrontare una simile, terrificante visione.
Rin, con i suoi capelli scuri e non più lunghi, ha deciso di rifiutare una proposta di matrimonio e di iscriversi, segretamente, all’Accademia Militare di Sinegard riuscendo ad entrare.
E bisogna amarla già solo per questo.
Rin è una donna forte e ambiziosa, è molto coraggiosa e da sola è capace di rivoltare il mondo, senza l’aiuto di nessuno. Questo è un aspetto importante in quanto sottolinea come la donna possa essere indipendente e determinata e ottenere tutto ciò che si mette in testa.
Ma le tematiche di questo romanzo sono davvero tantissime, dall’uso di sostanze stupefacenti a come un Impero reagisce a infinite guerre e perdite. Anche l’amicizia è un aspetto importante in questo romanzo, infatti possiamo leggere di Rin e Kitay, personaggio che ho apprezzato moltissimo. Kitay è un ragazzo magrolino, con le lentiggine e le orecchie grandi. È diventato subito amico di Rin ed è bravissimo i tutte i corsi.
«Lo sapevi?» domandò Rin. «Tutti quanti lo sapevamo» mormorò Ramsa. Le toccò esitante la spalla nel tentativo di confortarla, ma non servì. «Lui cerca di nasconderlo ma non è che stia facendo un gran lavoro.»
Lo stile narrativo della Kuang è intenso è molto diretto, come ho detto in precedenza, a volte mi sentivo come quando lessi Nevernight, e c’è un motivo ben preciso. Anche qui l’autrice, come Jay Kristoff, non si fa problemi nelle descrizioni nude e crude.
Vi avverto quindi: se avete lo stomaco debole e non siete abituati a leggere scene così dirette...non leggetelo.
Se invece avete letto e amato Nevernight l’anno scorso e amate, in generale, questo romanzo...beh non potete perdervi questa perla.
Io non vedo l’ora di avere tra le mani il cartaceo per poter iniziare la rilettura, nel frattempo vado a rileggermi Nevernight, che se non si è capito mi manca da morire!
La mia valutazione
A presto,
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