venerdì 3 luglio 2020

[BLOG TOUR] Stile narrativo "Safe Haven", Frank T Alien

blog tour



Buongiorno a tutti Readers e ben tornati nel blog con la quinta tappa del blogtour dedicato a "Save Haven" di Frank T Alien, libro edito da Elison Publishing.
Nella tappa di oggi parleremo dello stile narrativo ultilizzato dall'autore.. curiosi di scoprirne di più?


Titolo: Safe Haven
Autore: 
Frank T Alien
Genere: Narrativa
Editore: Elison Publishing
Serie: //
Pagine: 168
Prezzo ebook: 3,49
Prezzo cartaceo: 14,25
Link d'acquisto: https://amzn.to/2BizOge


Affaristi e lacchè non hanno più badato a sbriciolare avanzi per tener vivi consumatori.
Né regimi che fingessero d’ascoltar istanze su... egualitarismo?
Loro il copyright dell’apocalisse.
Mia ruba per finanziare la rivoluzione e il quartiere, regolato come due terzi planetari dalla mietitrice miseria.
Offertasi all’oligarca re per rapinarlo, nel misfatto post-coitale è stata beccata e condannata a un ergastolo breve.
Vi trova Molly, sbirra cozzata nello stesso muro.
È amore.
Giunge un terzo galeotto, il misterioso Ion.
Quando Molly lo salva, svela chi è.
E altro.
Incluso l’essersi pur egli inimicato lo zar d’un mondo morente.
Manco gli molla la stretta al collo, quest’untore d’un morbo mentale scatenante fame in gente desueta a patire stenti bensì disturbi alimentari.
Zombi.
Nuovi ricchi disarcionati cavalcando l’edonismo.
Colleghi non ex per l’intellettualizzazione di divenirlo.
Silente ma radicata, esplode negli ereditieri improduttivi.
Vivi morenti voraci d’ogni merda, specie gli umani facoltosi.
Immuni, i leali.
E i formati in povertà.
Offre Vatuttammé.
Non il solo nesso fra i tre, una revenge impossibile: come scampare all’isola Mèntoh, prim’ancora che lasciarla?
Un segreto di Ion: il Safe Haven.


Stile narrativo

Safe Haven è raccontato al presente da un narratore onnisciente, prevalentemente con discorso indiretto; la terza persona fa in genere da focus. Esclusi forse nemmeno dieci brevi casi, assente il monologo interiore in forma di discorso diretto.

Lo stile vuol esser semplice, stringato, asciutto, veloce: quasi una cronaca del divenire, con pochi fronzoli ed essenziale quando si tratta di descrivere luoghi, cose, persone; usando all’uopo la tecnica concisa quanto funzionale come poche del ‘nomen omen’. Un fumetto(ne), nell’idea iniziale di Frank T Alien; il quale poi ne avrebbe proposto un film, se trovare produttori cinematografici non fosse più difficile ancora che pubblicare libri senza pagare: com’è andata a finire per Safe Haven.
Nell’insieme del suo operato da reporter cosmico, e di ciò in via di realizzazione, l’autore definisce e riassume le proprie modalità espressive sotto l’ossimoro (poiché una contraddizione in termini) di ‘transversal mainstream’.

Frank T Alien afferma d’aver ricostruito ogni suo romanzo storico con stili sempre differenti l’uno dall’altro, pur marcando in ognuno la propria impronta: globalmente, una ‘grafia’ personale creata attraverso trucchi segreti (ossia non svelati) che ritiene costituiscano la sua cifra – unica, per quanto smisuratamente il restauratore di storie-verità ha letto di terrestre e nei mondi da egli battuti in cerca d’esse; tenendo a mente che ‘scrivere facile è difficile’ e poco altro delle regole da Alien-lettore analitico invece tutte pedissequamente imparate, elaborate poi perlopiù gettate spesso trasgredendole nel rispetto al contempo di ‘metterci il meglio del proprio massimo e levare il superfluo o dannoso – sì da alleggerire le strutture’. Come di separare l’autore dallo scrittore. Un’altra delle lezioni assorbite e usate da faro, il rispetto unicamente del testo; curandosi solo dello scritto, rilascia lavori che piacciano per primi a lui in quanto avido lettore onnivoro (da quando alfabetizzato, di fumetti, narrativa, inchieste, saggistica). 

Lettore che ha imparato a essere severo di base con sé stesso e ancora studia volendo migliorare l’osservazione oggettiva delle sue soggettive scrittura inclusa: tutto ciò gli consente di portare il medesimo rispetto verso chi leggerà i romanzi che pubblica. ‘In questo modo, per la legge dei grandi numeri, se gusta a me piacerà ad altri’. 

Secondo Frank T Alien, Safe Haven è stato composto in uno stile volutamente grezzo: punk; sovente il pop è scandito da uno swing rientrante fra le proprie caratterizzazioni; rari viceversa il rumorismo dello scavo interiore in sane anime pazze, il blues, le aperture sinfoniche, i flussi di coscienza e i voli a vario grado presenti in altri suoi testi; specie la trilogia.

Allora Readers cosa ne pensate dello stile narrativo utilizzato dall'autore?
Lo preferito rispetto ad altri stili o trovate che non rientri nelle vostre corde?
Fateci sapere i vostri pareri! 

Or prima di salutarvi vi ricordo di passare da tutte le mie colleghe per non perdervi nessuna tappa di questo BlogTour!


A presto,

1 commento:

  1. grazie, Sunflowers Giusy. la mia descrizione in terza persona dello stile con cui ho scritto Safe Haven è stata congegnata per apparire impersonale, come spesso uso oggettivare me stesso; ciò forse ha esteso i concetti voluti esporre, cioè che all'inverso il romanzo è un B-book rapido da leggere ma non destinato a consumarsi nella memoria, la coscienza, le sensazioni del lettore - spero: una lettura da ombrellone, Safe Haven, sconsigliato invece nella cabina di plexiglas poiché alla lunga l'odio per essa potrebbe divenire avversione verso un testo che viceversa vuol essere amico intimo di chi lo degnerà delle proprie attenzioni. Frank T Alien

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