lunedì 7 novembre 2016

Recensione "Dimenticare uno stronzo, Il metodo detox in 3 settimane", Federica Bosco



Titolo: Dimenticare uno stronzo. Il metodo detox in tre settimane

Autore: Federica Bosco

Editore: Mondadori

Prezzo:  Kindle 9,99.

Trama: Smettere di pensare allo stronzo che ci ha lasciato richiede un percorso di disintossicazione, come qualsiasi altra dipendenza. I primi tempi saranno durissimi, sarai fisicamente e moralmente a terra, e socialmente impresentabile. Dovrai forzarti a fare certe cose e impedirti di farne altre. Giorno dopo giorno ti sentirai meglio, inizierai a volerti più bene, a dimenticarlo e a pensare, dopo le tre settimane di detox, che forse, in fondo, non era che il solito stronzo. Federica Bosco ha elaborato questo metodo sulla propria pelle e lo illustra con acume e brillantezza da scrittrice. Dalla mindfulness alla corsa, dalla tecnica del "superhero" alla meditazione, dal gioco del "ma è ganzissimo!" allo yoga, mettendo in atto alcune semplici ma efficaci strategie saremo in grado di interrompere il pensiero ossessivo e riprendere il controllo della nostra vita. "Ti aiuterò a cercare alternative ai comportamenti autodistruttivi, a interrompere la spirale pericolosa in cui sei caduta, a capire perché il nostro cervello si comporta come il nostro peggior nemico e a riprendere in mano la tua vita. Ma se ti aspetti pietà e compassione non è questo il posto giusto. Questo è un vero e proprio bootcamp, un centro addestramento reclute, perché la pietà non rende più forti, ma solo le facili prede del prossimo stronzo di turno. E tu sai benissimo che è arrivato il momento di voltare pagina. Perché un giorno, ripensando a questa storia, dirai a te stessa: 'Ma davvero credevo di essere innamorata di uno così? E ho sopportato tutto questo???'. Prima o poi succederà, te lo garantisco per iscritto, dunque non è meglio accelerare il processo? Non è meglio spezzare l'incantesimo? Fanciulle, c'è una via d'uscita. Non morbida ma c'è. Dobbiamo assolutamente cambiare il nostro atteggiamento, smettere di credere alle favole, al principe azzurro, a tutte quelle minchiate dei film e dei libri (sì anche i miei!) e afferrare la vita per le palle. E stringere!!




Buonasera ragazze, dalla vostra Giusy! Sono tornata –dopo un bel po’- con una nuova recensione, che, non a caso, parla del nuovo libro di Federica Bosco “Come dimenticare uno stronzo”. Non a caso, -come dicevo prima- sono tornata proprio con questa sorta di libro-spinta. Ebbene si. Sono mancata per mancanza di tempo innanzitutto, ma anche per altri motivi che mi tenevano la mente così impegnata che non riuscivo a sbattere la testa da nessuna parte se non in quella stessa direzione. Ho passato un periodo buio, che più nero di così non si può. Un periodo in cui ho avuto molte batoste, dall’amicizia, dall’amore e dalla mancanza di amore verso me stessa. Un trinomio micidiale, ve lo assicuro. Poi ho deciso che era mio compito riprendermi, che stare col broncio e il malumore tutto il giorno –e tutti i giorni- non era l’ideale, che formare la sagoma del mio culo sopra il divano accampando la scusa del sto studiando per non ammettere che stavo letteralmente spazzando via la mia preziosa vita, non sarebbe servito assolutissimamente a niente. Così mi sono alzata dal fottuto divano, mi sono guardata allo specchio e mi sono fatta schifo. Ho sbloccato il cellulare, ho guardato il numero di quelle che chiamavo amiche e quasi vomitavo. Ho aperto facebook, perché il numero suo invece l’ho cancellato per finta sicurezza, ho messo il suo profilo, quello dello stronzo, guardando -con tanto di sottofondo musicale depresso- le foto con la nuova fidanzata e tanto era il disgusto che ho dovuto chiudere tutto.
E ho detto basta. Mi sono iscritta in palestra, perché non volevo più farmi schifo; ho smesso di guardare le frecciatine – ricambiate da una sana indifferenza da parte mia – delle mie ex amiche, perché portavano negatività; per lui mi sono detta “E’ bello ma alla fine…Non balla!”
E quindi? A cosa è servito tutto sto papiro, direte voi, se non a farmi sapere i cazzi tuoi? Ebbene no, non è servito solo a farvi sapere i cazzi miei. E’ qui il punto. Proprio qui: è passato un mese dalla mia decisione di ritornare la vera me stessa e all’improvviso vengo a sapere che una delle mie autrici preferite ha pubblicato un libro ed io non sapevo assolutamente niente.
L’ho comprato, ovviamente e si può dire che è cascato veramente a pennello.

Federica Bosco descrive perfettamente delle situazioni sempre più reali e attuali, attraverso le quali tutte noi siamo passate almeno una volta, con una leggerezza e un’autoironia che non vi sembrerà neanche che state iniziando a capire che dovete muovere il culo anche voi.


“Quando comincerai ad applicare la Tecnica dell’identificazione della voce, arriverà un momento in cui ti volterai verso il Grinch, gli prenderai il ditino verde, glielo spezzerai in due e dirai: E BASTA! ADESSO HAI ROTTO IL CAZZO!”


Più precisamente, affronta il tema della dipendenza affettiva, passando attraverso vari stadi.
Parte dalla dipendenza vera e proprio che si ha per uno stronzo - perché, diciamocelo, siamo naturalmente portare a farci piacere gli stronzi con la S maiuscola, ed è da questo che carbura tutto!- , elencando tutte (o quasi) le categorie di questi ultimi, e i loro comportamenti. Ne seguono i nostri, di comportamenti, che vanno dal “non cercarmi mai più” per poi caderci un minuto dopo all’imbottirci di gelato per dimenticare. Fede, passo per passo, ci aiuta, con le sue esperienze di vita, a capire il motivo per il quale ci autodistruggiamo in questo modo (anche scientificamente), al suggerirci delle tecniche per cercare di ritornare sulla retta via.


“Purtroppo un sacco di volte è come se chiedessimo ad un muro di spiegarci perché. E il muro in quanto muro non ci risponderà mai. Ecco, con certi tipi è proprio così. Non c’è un vero perché, e anche se ci fosse non ti basterebbe. Perché quelle che vuoi sono le tue risposte, non le sue.”

Suddivide a questo punto il libro in tre parti: La mente, il corpo e l’anima.

Ne “La mente” ci spiega proprio come fare per iniziare a prendersi cura di sé, innanzitutto come cambiare i nostri pensieri autodistruttivi e dirigerli verso altri positivi. Ci parla della mindfulness, la tecnica per restare ancorati al “qui ed ora”, quella del superhero, del potere dell’amicizia (quella vera!), dell’aiuto che può darci un semplice mantra, la musica, il prendere le cose in maniera diversa, fare cose nuove, ma anche chiedere aiuto: a un amico, a un genitore, ad uno specialista.
“Il corpo” è diretto alla salute del nostro esteriore in un periodo così. Federica ci dice che ci sarà sempre la tentazione, che sia fisica o mentale, che potrebbe ridurci  a delle cozze con in mano un gelato da un kg e questo ne va della nostra salute, e anche del nostro lavoro svolto precedentemente nella testa per uscirne. Allora niente divano, niente zuccheri, niente piagnistei, Fede ci esorta –quasi ce lo impone, per fortuna- ad alzarci e fare qualcosa che ci aiuti a scaricare lo stress: fare sport (anche una semplice corsa), mangiare sano, conoscere noi stesse attraverso il nostro corpo, e conoscere nuovi modi che oltre a diventare un passatempo potrebbero essere di fondamentale importanza per la vita reale, come un corso di autodifesa; stare di più a contatto con la natura, guardarci allo specchio e con semplici passaggi vederci belle davvero.

La terza parte è incentrata sull’anima. Attenzione, non è assolutamente una cosa superficiale, che voi dite “seh vabbè mo dà consigli sull’anima, che ne sa”. NO, è una parte che ti induce a concentrarti sulle cose concretamente,  prima in modo rude e crudo, come sentire a pieno le sensazioni di entusiasmo ma anche solitudine e poi attraverso tecniche oggi date spesso per scontate, come la meditazione, lo yoga, il prendersi cura di qualcuno e soprattutto essere grati a questo periodo di crisi proprio perché ti ha spinto a fare qualcosa per uscirne!
Questo libro è tutto questo: un mix di campo di battaglia, allenamento, ricadute, di nuovo in piedi, ironia, voglia di tornare ad amarsi.

Ed è anche questo che voglio evidenziare in modo particolare. Posso dire che non sono stata io a cercare questo libro, è stato lui che mi ha trovato per tre ragioni che ho già specificato prima: ero infatuata di uno stronzo e cercavo di compiacere gli altri tentando di modificare il mio carattere, e questi due “Fatti” sono accaduti per una sola ed unica ragione, che è anche la terza: Io non mi amavo, in ogni singolo significato della frase.
Cosa c’entra con questo libro? C’entra tanto, forse troppo, perché la Bosco non ti spinge solo a lasciarti indietro uno stronzo, ma ti accompagna passo passo anche attraverso un lungo tragitto che intraprendi con te stessa, dall’inizio. Passi dal disgustarti al, man mano, sorridere di cuore perché hai capito l’importanza che hai.
E non è finita qui: Scava, cercando sempre di restare in toni leggeri, nel motivo del tuo non amarti, che, a sua volta, ti ha portato in una spirale di brutte abitudini, che vanno appunto dall’infatuarti di qualcuno che non lo merita all’annullarti per queste persone.
Mi ha portato in un universo interiore che avevo ignorato per molto tempo. Ha scavato dentro di me, ha trovato il mio punto debole, lo ha riportato in superficie, di fronte a me, e mi ha sussurrato “Lascialo andare”.


“E come un naturale sviluppo che da una personalità porta all’altra in maniera armoniosa, la personalità bambina si congela dentro noi, e aspetta ancora di essere presa per mano, protetta, compresa, amata e salvata, ma questo non è normale in natura, questa infatti è una nevrosi. E si può benissimo essere imprenditrici di successo, avvocatesse e politiche, ma rimanere bambine dentro. Ecco perché non riusciamo a dimenticare questo stronzo”.


E…


“Oggi da donne adulte che siamo non possiamo fare altro che prendere per mano quella bambina trascurata e darle tutto l’amore, la comprensione, l’appoggio e l’attenzione che merita senza temere le conseguenze. Senza temere cioè di risultare egoiste, perché finchè non diventiamo egoiste continueremo a fare lo stesso errore ancora e ancora.”


E infine…


“Amati come nessuna ti ha amata mai. Amati come se non ci fosse un domani. Coccolati, parlati con amore, viziati, proteggiti, difenditi, sii la tua migliore amica, sii la tua persona. Solo così permetterai al mondo di amarti e rispettarti come meriti”.


E’ incredibile, lo so, che un libro così breve ed apparentemente “leggero” mi abbia suscitato delle emozioni così forti e mi abbia davvero aiutato a capire, ancora di più, in che direzione andare. Ed è quella verso me stessa.
Se consiglio questo libro? La risposta è scontata: SI! Ma fatelo solo se siete veramente convinte di intraprendere questo viaggio ed uscirne diverse, forse ritornando al vostro vero “Me”,  liberandovi da dipendenze inutili e brutte abitudini.

Federica Bosco ancora una volta si è dimostrata una garanzia, un’ottima scrittrice e un’ascoltatrice senza precedenti. Sicuramente una delle migliori!



Baci, Giusy!

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