Gideon Nav prese la sua spada, le sue scarpe e le sue riviste zozze e fuggì dalla Nona Casa. Non si mise a correre. Gideon non correva mai, se non era proprio necessario. Nell’oscurità assoluta che precedeva l’alba, si lavò i denti in tutta tranquillità, si buttò un po’ d’acqua in faccia e si prese addirittura la briga di spazzare la polvere dal pavimento della sua cella.
“Gideon. La nona” inizia buttandoci a capofitto nel mondo di Gideon, senza molte spiegazioni. Troviamo una Gideon, che è quasi una serva della Nona Casa, vogliosa di scappare da dove vive in quanto odia tutto ciò che la circonda e tutti odiano lei.
A farle “compagnia” nella casa troviamo Harrow, l’erede della casa. Tra le due ragazze non scorre buon sangue e si lanciano spesso frecciatine, se la prendono quasi l’una con l’altra.
Proprio a causa di questa sua voglia di evadere, Gideon accetta di diventare la Paladina di Harrow per conquistarsi la sua libertà e finalmente vivere come vuole.
«Va tutto bene» stava dicendo qualcuno, oltre il rumore di fondo. «Stai bene. Gideon, Gideon… sei così giovane. Non buttarti via. Sai, non ne vale la pena… per niente di tutto questo ne vale la pena. È una crudeltà. È una tale crudeltà. Sei così giovane… energica… e viva. Gideon, tu vai benissimo, così come sei… ricordatelo, e non lasciare che ti facciano più una cosa del genere. Mi dispiace. Prendiamo così tanto. Mi dispiace davvero.»
Inizia così l’avventura di Gideon e Harrow che le porta sì a litigare, ma anche a stringere un rapporto sempre più solido. Ed è proprio questo rapporto che fa da base in questa storia complicata ma al tempo stesso interessante.
Il mondo creato dalla Miur non mi è ancora molto chiaro, l’autrice dà una spiegazione molto vaga delle Nove case in cui è diviso il mondo. L’unica cosa certa è che in ognuno di questi mondi viene utilizzata la negromanzia.
Il romanzo ha un po’ deluso le mie aspettative, la storia non mi ha presa completamente, a volte avrei solo voluto mettere giù il kindle e finirla lì. Ad avermi invogliata a continuare la lettura è stata Gideon stessa, una protagonista dalla risposta facile, scorbutica e affascinante, che ha saputo rendere la lettura piacevole e soddisfacente, nonostante tutto.
Harrowhark si girò per andarsene, leggera e, anzi, disinvolta, come se lei e Gideon avessero concluso una conversazione a proposito del tempo. Ma poi inclinò il capo verso Gideon, lievemente, e il frammento di espressione che Gideon riuscì a intravedere era affannoso e asfittico quanto un colpo al plesso solare. «Quando sarai sollevata dai miei servigi, Nav» disse la sua necromante, «te lo farò sapere.» E se ne andò.
Onestamente spero che l’autrice, con i libri a venire, possa descrivere un po’ meglio il tutto e possa dare più spazio a tutti i personaggi e a ciò che succede in tutte le case.
Insomma readers, il romanzo prometteva molto meglio di quello che poi è stato, però è stata una bella lettura e sicuramente aspetto con ansia il seguito, soprattutto perché sono molto curiosa di scoprire come va a finire la storia di Gideon Nav!
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