Titolo: Le cicatrici che non ho
Autore: Marianna Pizzipaolo
Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Lupi Editore
Prezzo eBook: € 5,99
Prezzo cartaceo: € 16,64
Link d'acquisto: https://amzn.to/2INr5TI
Quattro
personaggi legati da un filo invisibile: Nora, donna misteriosa dal passato
sconosciuto, che ogni fine settimana scappa da Salerno, città in cui vive, e si
nasconde o forse si rifugia in uno sperduto paesino della provincia.
Gabriele, sfrontato, impertinente, in bilico tra sbagli ed eroina, pieno di vita e di demoni che gli corrodono l’anima.
Mariè, ricco capo d’azienda, la cui vita, apparentemente perfetta, cela l’infelicità e la vacuità dei suoi giorni.
David, l’uomo che tutte vorrebbero e che tutte possono avere, giovane gigolò cubano affamato di vita e di sogni mai realizzati.
Quattro personaggi, due incredibili storie d’amore legate da un filo invisibile destinato a spezzarsi...
Gabriele, sfrontato, impertinente, in bilico tra sbagli ed eroina, pieno di vita e di demoni che gli corrodono l’anima.
Mariè, ricco capo d’azienda, la cui vita, apparentemente perfetta, cela l’infelicità e la vacuità dei suoi giorni.
David, l’uomo che tutte vorrebbero e che tutte possono avere, giovane gigolò cubano affamato di vita e di sogni mai realizzati.
Quattro personaggi, due incredibili storie d’amore legate da un filo invisibile destinato a spezzarsi...
Buongiorno a tutti Readers e ben tornati nel blog con una nuova intervista, oggi ospitiamo la penultima tappa del Blogtour di "Le cicatrici che non ho" di Marianna Pizzipaolo!
Innanzitutto,
Marianna, volevo ringraziarti per la disponibilità.
Benvenuta
sul blog, sono davvero contenta di poterti intervistare!
Senza
ulteriori indugi iniziò subito col chiederti...
1. Come hai scoperto la tua passione per
la scrittura? Come l’hai coltivata?
Credo
sia un qualcosa che ha sempre fatto parte della mia vita, fin da piccola, ho
sempre avuto la
testa
piena zeppa di parole e dovevo trovare il modo per farle uscire. Ricordo che
quando ancora
non
sapevo scrivere disegnavo, e ho tantissimi diari segreti pieni zeppi di disegni,
gelosamente
conservati,
sai di quelli con la copertina imbottita e quei lucchetti che credevi
impossibili da
scassinare
e che invece si aprivano con una forcina per capelli. Disegni che poi con il
tempo si sono
trasformati
in parole.
Scrivevo
così tanto che con il tempo i diari sono stati sostituiti dalle agende, quelle
che si trovavano
nei
cesti natalizi, e quelle agende si moltiplicavano negli anni, e quando le
pagine finivano e l’anno
invece
ancora no, a quell’agenda si aggiungevano pagine di quaderni appiccicate con lo
scotch.
Ho
scatole piene di pagine e pagine di vita vissuta, di storie inventate, di
desideri espressi, ed è un
bellissimo
viaggio nei ricordi, perdersi di tanto in tanto, tra i colori della mia
infanzia.
Poi
le agende si sono evolute, la carta è andata in pensione e le parole si sono
trasferite in cartelle
sul
computer, in tante, tantissime cartelle, e spero che un giorno tutte possano
trovare la strada
giusta
per venire alla luce, così come è stato per Le cicatrici che non ho.
2. Hai delle abitudini particolari
durante la scrittura?
Non
direi, l’unica cosa di cui ho bisogno è il silenzio assoluto.
Sento
spesso autrici parlare delle canzoni che ascoltano mentre scrivono, e mi
sorprendo ogni volta,
perché
io ci ho provato ma proprio non ci riesco.
Mi
distraggo, se la canzone mi piace comincio a cantare, se è qualcosa di triste
mi deprimo, perdo il
filo
dei pensieri e poi va a finire che comincio a maledire me, la musica, tutti i
cantati mai esistiti e
che
mai esisteranno, la scrittura e l’universo intero.
Quindi
no, l’unica cosa di cui ho bisogno è il silenzio per riuscire a dare voce alle
parole della mia
testa.
3. Quando scrivi un nuovo libro hai già
tutta la storia in mente o la elabori strada facendo?
Comincio
a scrivere partendo da un’idea, e poi come una spirale, giorno dopo giorno ne
disegno il
contorno.
L’idea di partenza può essere qualunque cosa, un’emozione, un evento
scatenante, o un
personaggio,
e poi la storia prende vita propria, io più che immaginare o pensare a cosa scrivere,
vivo
la storia.
In
realtà io vedo i miei personaggi e sento le loro voci, che detta così, è un po’
una roba da ospedale
psichiatrico,
mamma, papà se mi state leggendo, state tranquilli non sono pazza! Non sono
voci del
tipo
“purifica i miscredenti con il fuoco” ma semplicemente è come se la storia si
svolgesse come un film nella mia mente e io non devo fare altro che
trasportarla su carta.
Si
parte da un’idea e poi tutto viene da sé, ovviamente ci sono cose che vanno
studiate, incastrate
l’una
con l’altra, ma per lo più è come se il foglio bianco, o la schermata del pc,
fosse un teatro di
burattini,
e la mia mente, i fili che fanno muovere con maestria i personaggi e le loro
vite.
4. Dove trovi l’ispirazione per i tuoi
libri?
Nella
vita, nella musica, nella luna, nel sole che si spegne nel mare, nei colori,
negli odori, negli occhi delle persone.
Ti
capita mai di incrociare degli sguardi e di chiederti cosa c’è dietro? Di
chiederti cosa si nasconde
dietro
ad un paio di occhi tristi, o a delle lacrime di gioia? Quando vieni assalito
dalla voglia di capire se c’è altro oltre quello che appare.
Specialmente
in questo mondo in cui diamo tutto per scontato, in cui tutto si basa sull’apparire
invece
che sull’essere, spesso mi viene da chiedere se davvero siamo ciò che
sembriamo. E da lì nasce tutto.
Dalle
risposte che riesco a darmi, o da quelle che rimangono insoddisfatte nascono
storie, e poi da
quelle
risposte nascono altre domande, cominciano i “se” i “ma” e allora le parole
prendono strade
inaspettate.
Nella mia mente si svolge una specie di sliding doors, finché non capisco qual
è la giusta strada da prendere.
Dimenticavo
una cosa fondamentale, l’ispirazione arriva dalle emozioni, senza emozioni non
riesco a scrivere niente, se non le ho provate in prima persona, o se non le ho
fatte mie in qualche modo non sono capace di mettere nero su bianco niente. In
ogni cosa che scrivo c’è un po’ della mia anima.
5. Qual è stato il percorso che ti ha
permesso di pubblicare il tuo libro?
In
realtà è stato un qualcosa di abbastanza inaspettato. Una volta messa la parola
fine al romanzo, e
dopo
gli estenuanti e più che snervanti mesi di revisione (perché io odio
revisionare e credo sia così
per
tutti gli scrittori) ho preso coraggio e ho mandato il romanzo in ogni dove,
probabilmente anche
al
giornalaio del paese!
E
oltre ad aver contattato le case editrici, ho iscritto il romanzo a diversi
concorsi letterari, ed è così
che
tutto è cominciato.
Da
una email di risposta ad uno dei concorsi a cui avevo partecipato mi viene
detto che nonostante
io
non abbia vinto il concorso, c’è una casa editrice vuole lavorare con me, con
tanto di contratto
allegato.
Ero
talmente incredula che ho passato la notte insonne a leggere e rileggere il
contratto, non mi
sembrava
vero che il mio sogno finalmente si stava realizzando.
La
mattina dopo, ho contattato la casa editrice e da lì è iniziato questo
incredibile viaggio, anche se
l’incredulità
mi accompagna ancora oggi.
Perché
è un po’ come se si fosse persa l’abitudine alle cose belle, e quando ti
capitano fai fatica a
riconoscerle,
ad accettarle, è come se ti aspettassi sempre una fregatura dietro l’angolo.
6. Quali sono le difficoltà che hai
incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
È un
mondo completamente nuovo per me, e il primo impatto non è stato semplice. Non
sono la
prima
fan di me stessa e quindi mi riesce difficile “vendermi” anche se il
promuoversi è l’altra faccia dello scrivere e quindi mi sto impegnando per far
sì di riuscire ad arrivare a quanti più lettori possibile. Onestamente non so
se ci riuscirò mai, non sempre è facile averla vinta sulla ritrosia che ho nel mostrarmi,
ma l’importante è provarci, almeno saprò di non avere rimpianti in qualunque
modo andrà a finire.
7. Raccontaci l’emozione del tuo primo
libro pubblicato.
È
difficile da spiegare, e lo so che sembra un paradosso, per chi scrive non
dovrebbe essere un
problema
riuscire ad esprimere un concetto.
E in
linea di massima è così, però poi quando ti trovi faccia a faccia con emozioni
così grandi io
perdo
tutte le parole. È come se dovessi provare a convincere la persona che ami ad
amarti a sua
volta,
o a lasciarsi amare, e tu sai perfettamente quello che hai nel cuore, lo vivi,
lo senti, lo domini, o almeno ci provi, ma dalla bocca non viene fuori altro
che un brontolio sommesso accompagnato da una serie ripetitiva di parole
sconclusionate.
Nel
caso dell’amore, così come nell’emozione del vedere il tuo libro pubblicato,
sono gli occhi a
parlare.
E le
lacrime che brillano nei miei occhi ogni volta che penso a tutto questo, e mi
rendo conto di
essere
riuscita a realizzare uno dei miei più grandi desideri, raccontano tutto, non
hanno bisogno di
parole.
8. Parlaci dei tuoi personaggi: sono
ispirati a qualcuno che conosci?
In
realtà no, anche se probabilmente chi mi conosce riesce a intravedere tra le
righe qualcosa di me
e
della mia vita e quindi può pensare che ci siano stati dei soggetti ispiratori.
Sicuramente
ognuno di loro è stato plasmato con qualche fibra del mio essere, e in ognuno è
possibile
ritrovare un po’ della persona che sono, o di quella che ero.
Nora
e il suo provare a colmare quei vuoti che tiene dentro, come se avesse paura di
essere
inghiottita
da quei buchi che le scavano il petto, e quella sua continua ricerca di
serenità che forse
non
finirà mai.
Gabriele
e il suo essere testardo, irruento, il suo non ragionare quando ha a che fare
con quei
sentimenti
così forti che vanno oltre la ragione e gli impediscono di fare, quello che è
giusto fare.
Mariè
e quella corazza che indossa ogni giorno, per provare a proteggersi da quella
vita, che in
alcuni
momenti ha preteso troppo.
David
e i suoi sogni da realizzare, quelli che ti fanno diventare kamikaze, a volte,
perché non importa
il
prezzo che c’è da pagare, quando desideri veramente qualcosa sei pronto ad
andare anche contro
te
stesso.
Ognuno
di loro, a modo suo, custodisce un frammento di me.
9. Come mai hai deciso di parlare di
temi così forti?
La
storia si è scritta da sola, è cominciata, si è formata nella mia mente e poi è
scivolata tra le pagine senza che io potessi farci niente. So solo che è così
che doveva essere, non c’è stato bisogno di scegliere o di ragionarci troppo,
era questa la storia che dovevo raccontare.
10. Cosa provi quando pensi che qualcun
altro leggerà ciò che hai scritto?
È
una sensazione contrastante, perché scrivere è il mio rifugio, il mio porto
sicuro, ma è anche un
lavoro,
e spero di riuscire a farlo per il resto della mia vita.
Quindi
vivi perennemente il conflitto tra il voler tenere le parole solo per te, e la
voglia pazza di far
arrivare
la tua voce a chiunque abbia l’animo di ascoltarla.
Scrivo
per me stessa, scrivo perché non posso farne a meno, è un’esigenza, sento il
bisogno di
mettere
nero su bianco quello che ho dentro la testa.
È
come se passassi le ore ad ascoltare il mio cuore, ma per far sì che questa
esigenza diventi un
lavoro,
devi fare in modo di arrivare a più persone possibili, ed è difficile,
difficilissimo.
È
difficile perché vuoi o non vuoi ti mostri, anche se non è la tua storia, non è
il tuo vissuto, nelle
parole
che scrivi ci sono pezzi di te, frammenti di cuore.
E
quando doni le tue parole a qualcuno, fai un atto di fede, ti metti nelle mani
di molti, sperando di
rimanere
negli occhi, e nei cuori di chi si emoziona insieme a te.
Perché
scrivere è come mostrarsi senza pelle, resta solo carne.
È
buttare sale su una ferita aperta, e il sale brucia.
Ma scrivere, è anche l’unica cosa capace di toccare
dove serve, di accarezzare qualche cicatrice.
Siamo giunti alla fine di questa intervista, io ti ringrazio ancora tantissimo Marianna per aver risposto a queste domande e per la disponibilità dimostrateci.
A questo Blogtour è inoltre collegato un Giveaway!
Partecipare e vincere è molto semplice basta seguire
le poche regole e potreste vincere una copia cartacea del libro e tanti meravigliosi gadget messi in palio dall' autrice!
Le REGOLE OBBLIGATORIE per poter aderire al Giveaway sono le seguenti:
ogni
lettore deve seguire e commentare ogni tappa,
seguire
l’autrice sul suo profilo Instagram e taggare (nel suo post) tre profili.
L’estrazione
avverrà alla fine del blogtour.
Se vi siete persi le altre tappe del Blog tour, cosa aspettate?
Correte a recuperarle!
Vi lascio qui di seguito i nomi dei vari Blog!
IL LIBRO SUL COMO’ DI MEG
LA SABBIA NELLA CLESSIDRA
PASSIONE LIBRI
VALE BIBLIOPHILE
LIBRI AL CHIARO DI LUNA
READING IS TRUE LOVE
PORTO LIBRESCO
LIBRI E LIBRAI
IO RESTO QUI A LEGGERE
LIBRI & NUVOLE
LE OMBRE DI CARTA
A presto,
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