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Aspettavo questo libro come si aspetta Natale e ne
è valsa la pena. Avevo delle aspettative, conoscendo l’autore, ma non mi
aspettavo che le superasse di così tanto.
Questo romanzo è un grido: un grido d’aiuto, di
accettazione, di normalità. Prima ancora che di amore si parla di sé stessi, di
battaglie interiori e voglia di vivere come si è.
Corey/Kori è il miglior personaggio. Certo, è il
protagonista, ma ha così tanto da raccontare che si resta senza parole. Jeremy
è splendido come persona e come compagno, ma Corey/Kori ha qualcosa in più.
Non voglio stare qua a raccontarvi una trama che avete già
letto, cari lettori, mi voglio concentrare sulle cose importanti che mi hanno
emozionato per tutta la lettura.
Sarò ripetitiva, ma per me questo è il libro migliore della
serie, nonostante io abbia amato gli altri. Questo è a un livello superiore:
parla dell’essere bigender e accorgersene in un contesto difficile come quello delle
famiglie affidatarie; parla di crescere e con l’aiuto degli amici – in questo
caso Sandy, Paul, Darren, Vince, Nana, Matty, Larry, Charlie- uscire dalla
propria comfort zone e attivarsi per essere una rete di sicurezza per altre
persone.
Non riuscivo a fargli capire perché certe mattine mi svegliassi con il desiderio di indossare una gonna o truccarmi. E non mi aiutava che uno degli assistenti sociali continuasse a parlare di travestitismo” […] “in un certo senso era meglio che sentir parlare di malattia mentale. Mi è successo anche quello, e più di una volta. Pensa di essere un bambino con problemi di identità a cui viene detto che hai quei dubbi e quelle incertezze perché non sei sano di mente.
Già da questa citazione si riesce a comprendere il livello
di profondità che raggiunge l’autore parlando di questi temi e facendolo in
modo magistrale, descrivendo perfettamente gli stati d’animo.
Spicca in questo volume, tra le altre persone, Charlie, che
vediamo finalmente sistemato e ancora più presente. Capiamo anche di più su di
lui, il suo passato e la sua personalità. E’ sempre il primo ad accorrere in
aiuto di Corey/Kori e di coloro che ne hanno bisogno.
Non lasciare che il tempo ti scorra tra le dita. Lo so che sei molto impegnata e hai tanti pensieri. E qualche volta senti il bisogno di proteggerti. Le armature vanno bene, finché un giorno non ti dimentichi che ce l’hai addosso e non la togli più.
Ho lasciato quasi per ultimo ma non per minore importanza,
anzi, proprio perché la reputo una delle parti più importanti del libro, il
centro dove Corey/Kori fa lo stage e nel
quale Jeremy è direttore temporaneo. E’ un centro che accoglie principalmente
ragazzini che non si sentono capiti o hanno problemi, che sia a casa o in
società. E’ un appoggio, una spalla su cui piangere quando i momenti si fanno
difficili. Una menzione particolare va a Diego e a Kai -spero ci sia un libro
su di loro!-, a Marina e a Jeremy che si è sempre comportato da amico, più che
da direttore. Charlie, alla fine, ha dato il suo importantissimo contributo che
mi ha fatto emozionare:
Se c’è una cosa che vi chiedo di ricordare è questa: siete importanti. Siete speciali. Non importa che vi identifichiate come un uomo, una donna o qualcosa nel mezzo. Non importa che siate gay, bisessuali, queer o asessuali. Siete esattamente come dovete essere. E nessuno può togliervi ciò che siete.
Per ultimo, veniamo alla storia d’amore: Jeremy e Corey/Kori
si sono incontrati come prof e alunno, poi come invitati ad un matrimonio e,
per ultimo, come direttore e stagista. Il loro è stato un amore paziente,
cresciuto in modo maturo, in grado di aspettare il momento giusto, e anche loro
hanno avuto il lieto fine che meritavano. Jeremy l’ho trovato di una dolcezza
unica, un compagno che mai ha fatto pesare l’essere Corey o Kori, a seconda del
bisogno che sentiva. Un compagno che sostiene e ama, così come ha fatto
Corey/Kori.
E per un attimo la ragione per cui è importante lottare per tutto ciò in cui crediamo fu quella di poter stare in mezzo alla strada circondato dalla mia famiglia, dagli amici e da un gruppo di estranei e poter dire al coglioncello che mi stava davanti: ‘perché anche io ti amo’.
Il tema dei bigender è ancora oggi poco battuto, ammetto che
neanche io ne sapevo troppo e questo libro mi ha aperto un mondo.
L’autore si è riconfermato uno dei migliori nel suo genere.
Divertente e delicato, onesto e diretto.
Ho amato profondamente tutti i personaggi. Ve lo stra consiglio.
La mia valutazione
A presto,
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