sabato 21 dicembre 2019

[INTERVISTA] Diego Galdino

INTERVISTA

Buon pomeriggio a tutti Readers e ben tornati nel blog con un nuovo post!
Torniamo oggi con l'intervista fatta a Diego Galdino, uno degli autori italiani maggiormente pubblicati all’estero, tornato recentemente con una storia d’amore bellissima “Bosco Bianco” pubblicata in self!
Siete curiosi di sapere di cosa abbiamo parlato?
Allora senza ulteriori indugi vi lascio all'intervista!


Titolo: Bosco Bianco
Autore: Diego Galdino
Genere: Romanzo Rosa
Editore: Self Publishing
Serie: //
Pagine: 157 
Prezzo ebook: 5,99 
Prezzo cartaceo: 12,48 
Link d'acquisto: https://amzn.to/2s17nzs

Nel suo testamento, la signora Chiara Pizzi lascia in eredità Bosco Bianco, una bellissima e storica tenuta affacciata sulla costiera amalfitana, a suo nipote Samuele Milleri, figlio di sua sorella e alla signorina Maia Antonini, figlia della sua più cara amica d’infanzia. Si racconta che a Bosco Bianco sia nascosto il diario segreto del leggendario scrittore americano Albert Grant. Proprio per questo motivo Andrea Razzi, ricco uomo d’affari, con velleità politiche, vuole entrarne in possesso a qualsiasi posto, tanto da acquistare da Samuele Milleri la sua metà di Bosco Bianco appena ereditata, approfittando dei suoi gravi problemi finanziari, per poi obbligare Giorgio Betti, il suo migliore e fascinoso agente immobiliare, a fingersi il nipote della vecchia proprietaria per cercare di convincere Maia Antonini a vendergli la sua parte della tenuta, anche a costo di farla innamorare. Ma vivere a Bosco Bianco, seppur per pochissimo tempo, può ambiare il destino delle persone. Lo sapeva bene lo scrittore americano Albert Grant, che aveva fatto dell’amore la sua ragione di vita perché come era scritto alla fine del suo libro più famoso…“Per perdersi non serve un posto, basta una persona”


L'AUTORE

Diego Galdino (classe 1971) vive a Roma e ogni mattina si alza mentre la città ancora dorme, per aprire il suo Bar dove tutti i giorni saluta i clienti con i caffè più fantasiosi della città.
Con Sperling&Kupfer ha pubblicato il suo romanzo d’esordio Il primo caffè del mattino (di cui sono stati venduti anche i diritti cinematografici) Mi arrivi come da un sogno, Vorrei che l’amore avesse i tuoi occhi, Ti vedo per la prima volta e L’ultimo caffè della sera. Autore di successo internazionale è tradotto nei paesi di lingua tedesca, in Polonia, Bulgaria, Serbia e nei paesi di lingua spagnola. Bosco Bianco è l’attesissimo romanzo che viene autopubblicato per una scelta di cuore. Un bellissimo atto d’amore e riconoscenza verso i tanti lettori che da sempre lo stimano.


intervista a diego galdino


Benvenuto a Diego Galdino nel nostro blog, siamo onorate che lei abbia accettato di rispondere alle nostre domande!
Ma veniamo subito a noi e iniziamo con la prima domanda.

1) E’ dal 2013 che fa parte del mondo dell’editoria, cosa è cambiato in questi anni rispetto la pubblicità che sta dietro a tutti  i suoi romanzi?
 Di certo è cambiato il modo di approcciarsi ai lettori. Ora la pubblicità si fa principalmente sui social condividendo immagini, storie e più notizie possibili riguardanti i propri romanzi. Tanti autori contemporanei devono il loro grande successo di vendite a massicci investimenti economici fatti sui social. Anche perché giornali, televisioni e programmi radiofonici a livello nazionale ancora oggi sembrano esclusivo appannaggio sempre delle stesse persone, o di personaggi magari già famosi in altri ambiti che improvvisamente decidono di dilettarsi anche nella stesura di un libro. Comunque resto dell'idea  che la migliore pubblicità per un libro resti il passaparola dei lettori. Se un libro è bello la sua strada la trova da sè...

2) Il suo romanzo “Il primo caffè del mattino” ha riscosso moltissimo successo. Se lo aspettava? Ha influito sui suoi lavori successivi?
 Il successo de Il primo caffè del mattino continua a stupirmi ancora oggi. Non so a quanti autori possa capitare la fortuna di scrivere un libro che malgrado il passare degli anni continui a suscitare l'attenzione dei lettori. Sono passati ben sette anni dalla sua uscita eppure Il primo caffè del mattino continua a regalarmi grandi soddisfazioni, l'ultima in ordine di tempo è un'offerta per i diritti del libro fatta da un importante produttore cinematografico straniero che ne vuole fare un film e che io ovviamente ho accettato. Di sicuro il successo de Il primo caffè del mattino non ha cambiato il fatto che tutte le mattine io mi svegli alle quattro per scrivere un'oretta e mezza per poi scendere ad aprire il Bar in cui sono nato e dove preparo il caffè ai personaggi delle mie storie e a tutti quei lettori sparsi per il mondo che approfittano di una vacanza romana per venire da me a farsi dedicare un mio romanzo e a farsi una foto con me dietro al bancone del bar.

3) Quando scrive un nuovo libro ha già tutta la storia in mente o la elabora strada facendo?
Quando inizio a scrivere una storia ce l'ho tutta nella testa fino all'ultima scena. 
 
4) Nel suo ultimo libro “Bosco bianco” parla della bellezza di vivere nella tenuta che il protagonista riceve in eredità. A lei piacerebbe vivere in una tenuta o non lascerebbe mai la sua amata Roma?
Questa è una bella domanda. Posso rispondere dicendo che tra vivere in una villa sul lago di Como o in un attico che si affaccia su Piazza di Spagna io preferirei senza alcun dubbio affacciarmi tutte le mattine davanti alla scalinata di Trinità dei Monti...


5) Cosa l’ha ispirata nella scrittura del suo primo romanzo? E cosa la ispira oggi?
 Si può dire che sono diventato lo scrittore di oggi per merito – o colpa – di una ragazza adorabile che a sua volta adorava Rosamunde Pilcher, una scrittrice inglese che di storie d’amore se ne intendeva parecchio. Un giorno lei mi mise in mano un libro e mi disse: «Tieni, questo è il mio romanzo preferito, lo so, forse è un genere che piace più alle donne, ma sono certa che lo apprezzerai, conoscendo il tuo animo sensibile». Il titolo del romanzo era Ritorno a casa e la ragazza aveva pienamente ragione: quel libro mi conquistò a tal punto che nelle settimane a seguire lessi l’opera omnia dell’autrice. Il mio preferito era I cercatori di conchiglie. Scoprii che il sogno più grande di questa ragazza di cui ero perdutamente innamorato era quello di vedere di persona i posti meravigliosi in cui la Pilcher ambientava le sue storie, ma questo non era possibile perché un grave problema fisico le impediva gli spostamenti lunghi.
Così, senza pensarci due volte, le proposi: «Andrò io per te, e i miei occhi saranno i tuoi. Farò un sacco di foto e poi te le farò vedere». Qualche giorno più tardi partii alla volta di Londra, con la benedizione della famiglia e la promessa di una camicia di forza al mio ritorno. Fu il viaggio più folle della mia vita e ancora oggi, quando ci ripenso, stento a credere di averlo fatto davvero. Due ore di aereo, sei ore di treno attraverso la Cornovaglia, un’ora di corriera per raggiungere Penzance, una delle ultime cittadine d’Inghilterra, e le mitiche scogliere di Land’s End. Decine di foto al mare, al cielo, alle verdi scogliere, al muschio sulle rocce, al vento, al tramonto, per poi all’alba del giorno dopo riprendere il treno e fare il viaggio a ritroso insieme ai pendolari di tutti i santi d’Inghilterra che andavano a lavorare a Londra. Un giorno soltanto, ma uno di quei giorni che ti cambiano la vita. Tornato a Roma, lasciai come promesso i miei occhi, i miei ricordi, le mie emozioni a quella ragazza e forse le avrei lasciato anche il mio cuore, se lei non si fosse trasferita con la famiglia in un’altra città a causa dei suoi problemi di salute. Non c’incontrammo mai più, ma era lei che mi aveva ispirato quel viaggio e in fin dei conti tutto ciò che letterariamente mi è successo in seguito si può ricondurre alla scintilla che lei aveva acceso in me, la voglia di scrivere una storia d’amore che a differenza della nostra finisse bene. Oggi come allora m'ispirano le sensazioni, le emozioni che mi suscitano le persone, i luoghi ed i miei sogni... in ogni mio romanzo non potranno mai mancare tre cose...L'amore, l'amore, l'amore.

6) Quali differenze ha trovato nell’auto-pubblicarsi, con il suo ultimo romanzo, rispetto a quando ha pubblicato con una casa editrice?
 Con L’ultimo caffè della sera avevo concluso la mia avventura letteraria con la Sperling & Kupfer, per pubblicare Bosco Bianco con una casa editrice di pari livello avrei dovuto aspettare la primavera del 2020. Per me era troppo tempo, non ho voluto aspettare, così ho deciso di fidarmi della mia storia e dei tantissimi lettori che in questi anni mi avevano sempre dimostrato affetto e stima e mi sono buttato senza rete, anzi con la rete, sul self publishing, anche se con un curriculum editoriale come il mio poteva sembrare una follia, e a differenza dei precedenti romanzi non si sarebbe trovato sugli scaffali di tutte le librerie d'Italia.

7) Ha delle abitudini particolari durante la scrittura?

Se durante il giorno mentre sono al bar mi viene qualche buona idea me l'appunto sul cellulare per poi svilupparla la sera a casa.

Siamo giunti alla fine di questa intervista, io ti ringrazio tantissimo Diego per aver risposto a queste domande e per la disponibilità dimostrateci!

A presto,

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