Titolo: Un regalo sotto la neve
Autore: Karen Swan
Editore: Newton Compton
Genere: Rosa
Prezzo eBook: 5,99
Prezzo cartaceo: 12,00
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Si dice che dietro ogni grande uomo ci sia sempre una grande donna. In effetti dietro tutti i personaggi più in vista di Londra c'è lei: Alex Hyde, consulente per il business delle eccellenze. È lei la donna a cui gli uomini più potenti della City si rivolgono quando hanno bisogno di una strategia per affrontare i momenti di stress. Quando le viene offerta una somma incredibile per rimettere in carreggiata il rampollo della famiglia proprietaria di una grande compagnia di whisky scozzese, Alex accetta senza esitazioni: è lavoro, potrebbe farlo anche a occhi chiusi. E invece... Nessuno degli uomini che ha affiancato è minimamente paragonabile a Lochlan Farqhuar. L'erede delle distillerie Kentallen, infatti, non è abituato a sentirsi dire no. È un ribelle, e Alex deve trovare il modo di entrare nella sua testa, se non vuole che metta l'impresa di famiglia in ginocchio. Ma più si impegna per evitare il disastro, e più si rende conto che, per la prima volta nella sua vita, non è lei ad avere il controllo sulla situazione. E non è sicura che le dispiaccia.
Buongiorno a tutti readers e ben tornati sul blog con un'intervista speciale! Con qualche giorno di ritardo in attesa delle risposte, finalmente posso presentarvi la nuova uscita firmata Karen Swan e pubblicata da Newton Compton con l'intervista che ho potuto fare all'autrice!
Ma veniamo subito a noi e diamo il benvenuto a questa bravissima autrice!
- Perché scrivi? E che cosa provi quando lo fai?Scrivere è sempre stata una gioia per me, anche prima che sapessi di voler diventare uno scrittore. Lo stress arriva, naturalmente, con i contratti e gli orari in quando può essere difficile dover "scrivere per ordine", per così dire. Chiunque lavori nell'industria creativa sa che questo tipo di lavoro non può essere registrato o fissato in un'orario, come può succedere; il blocco dello scrittore è reale, sfortunatamente. Il successo può anche paralizzarti perché non esiste una formula magica che farà "lavorare" un libro e un altro no e se provi a copiare ciò che hai già fatto perdi di originalità. Per evitare la prevedibilità e rimanere bloccato in un solco, faccio del mio meglio per cambiare la struttura di come scrivo ogni libro - in alcuni posso dividere la prospettiva attraverso più personaggi, in un altro, gestirò una narrazione passata e presente. Dico sempre che la parte più difficile di scrivere un libro non è decidere di cosa si tratta, ma come lo dirò.
- Quanto conta la conoscenza diretta della vita quando si racconta? Quanto invece l’immaginazione?Penso che entrambi siano cruciali. Penso si abbia bisogno di una certa quantità di esperienza di vita prima di poter iniziare a scrivere con qualsiasi prospettiva. Per me, avere figli è stato un catalizzatore che mi ha portato a vedere una vita più grande oltre il mio ego. Recentemente mi sono interessata anche ad intrecciare un elemento storico nei miei racconti e mi piace radicarli nei veri eventi - per esempio, il retroscena di "Un regalo sotto la neve" si basa sulla storia vera della costa di Islay, un'isola scozzese, alla fine della prima guerra mondiale. Dato che il libro è stato pubblicato nell'anno dell'armistizio ho trovato opportuno dare risalto a questo episodio tutto fuorché dimenticato che ha avuto un impatto devastante sui singoli isolani. Detto questo, non importa quanta esperienza di vita tu abbia o quali veri eventi tu fornisca, questi possono solo dare il via ad altri punti per la storia. E' l'immaginazione la scintilla vitale che infonde un messaggio più profondo ed emotivo.
Ci sono scrittori disciplinati, metodici, che stilano scalette e rileggono mille volte i loro scritti; e autori che istintivamente buttano giù frasi su frasi fino a comporre un romanzo. Lei? Che tipo di scrittore è?
Scrivo due libri l'anno quindi devo essere molto disciplinata riguarda al rispettare i miei programmi nel miglior modo possibile. Eppure sono sempre alla ricerca di idee ed ispirazioni e agisco molto velocemente se qualcosa cattura la mia immaginazione. Avevo quindicimila parole scritte su un nuovo libro quando ho avuto l'idea per la storia che è stata alla fine pubblicata come "Natale sotto le stelle". Ho abbandonato il primo manoscritto senza pensarci due volte e ho ricominciato da zero.- Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare il tuo libro?
Il vecchio e duro stile - attraverso un mucchio di "fanghiglia". Non avevo contatti nel settore né alcuna idea di come funzionasse, quindi ho inviato il manoscritto non richiesto ad un agende e ho avuto la fortuna di essere notata e aver firmato un contratto. Non ho mai corso, ma a volte avrei voluto farlo; il lungo viaggio avrebbe dovuto essere più facile! - Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
Se si tratta di un tour, stare lontana dalla mia famiglia. Sono un vero e proprio uccellino di casa (home-bird). Ma quando le persone mi chiedono di cosa tratta il mio libro o i temi contenuti in esso, faccio fatica a ridurre tutte le mie storie ad una frase. I libri si sviluppano organicamente nel tempo nella mia testa, per me è difficile contenerlo in un sommario. - Ti rivedi caratterialmente con i personaggi di cui scrivi?
Fisicamente cerco di differenziarle le une dalle altre in modo che le eroine si sentano tutte diverse l'una con l'altra ma sempre di più trovo, nel complesso, che sto cercando di non concentrarmi troppo sul loro aspetto. Voglio che i miei lettori siano in grado di vedere qualcosa di se stessi in ogni personaggio e "andare in viaggio" con lei. Tuttavia devo relazionarmi con ciascuna di loro, non necessariamente pienamente. Un personaggio può essere più fiero o meno resiliente. Non ho sempre bisogno di farmela piacere, ma devo capirla e provare empatia per la sua storia. - Esiste un libro che ha avuto una grande influenza nella tua vita?
Probabilmente "A fine balance" di Rohinton Mistry, In realtà è molto desolante nel suo ritratto di sopravvivenza in India - divisioni in caste, misoginia, povertà, cultura mendicante, sterilizzazione forzata - ma mi ha aperto gli occhi più di ogni altro libro alle ingiustizie intrinseche della vita e come la felicità deve essere inseguita e scelta, non semplicemente prevista. Mi ha reso grata per le cose belle della mia vita e anche più concentrata su ciò che spero di ottenere e su come intendo ottenerle.
8. C'è uno scrittore che consideri il tuo mentore?
Leggo una grande varietà di libri, non mi piace essere limitata a un solo genere o tipo, ma amo immancabilmente Elena Ferrante, Sebastian Faulks, Kate Atkinson, William Boyd, Ian McEwan e per i classici, Jane Austen, Thomas Hardy e George Eliot.
Ringraziamo tantissimo Karen Swan per la sua sincerità, gentilezza e per il tempo che ci ha concesso rispondendo alle nostre domande!
Noi, ora che l'abbiamo conosciuta un po' di più, siamo ancora più interessate a recuperare tutti gli altri libri da lei scritti, e voi?
Alla fine del post troverete inoltre le risposte di Karen Swan originali, nel mio B1 so di poter aver tradotto male, anche con l'aiuto di Google! Quindi se siete curiosi e sapete l'inglese meglio di me potrete leggere tutto in fondo!
Io vi ricordo di passare dalle mie collaboratrici che hanno pubblicato prima di me e vi invito fermamente ad acquistare il romanzo e leggerlo, perché io l'ho amato!
A presto,
1) Why do you write? How do you feel when you do it?
Writing has always been a joy for me, even before I knew I was - or wanted to be - a writer. There are stresses, naturally, that come with the formality of contracts and schedules as it can be difficult to ‘write to order’, so to speak. Anyone working in a creative industry knows the work cannot simply be logged in hours or stuck to a timetable as sometimes it just happens when it happens; the dreaded writers block is real, unfortunately. Success can also be paralyzing because there’s no magic formula as to what will make a book ‘work’ and another not, and if you try to copy what went well before, you risk losing originality and spark. To avoid predictability and getting stuck in a rut, I do my best to change the structure of how I write each book - in some I may split the perspective through multiple characters, in another, I’ll run a past and present narrative. I always say the hardest part of writing a book is not deciding what it’s about, but how I’m going to tell it.
2) In your opinion, how important is experience and how important imagination, when you write?
I think both are crucial. I do think you need a certain amount of life experience before you can start to write with any amount of perspective. For me, having children was the catalyst for showing me a bigger life beyond my own ego. Recently I’ve also become very interested in interweaving a historical element into my stories and I do like to root those in true events – for example, the backstory in The Christmas Secret, is based on the real-life wrecking of an American troopship off the coast of Islay, a Scottish isle, at the end of World War I. Given that the book was published in the year of the Armistice centenary, it felt fitting to shine a light on this all-but forgotten episode which had such a devasting impact on those islanders. Having said that, no matter how much life experience you have or what true events you source, these can only ever be kicking off points for the stories. It is imagination which is the vital spark that imbues them with a deeper message and emotional resonance.
3) What kind of writer are you? An impulsive, passionate writer or a punctilious one?
I write two books a year so I have to be very disciplined about it and keep to a schedule as best I can. Still, I’m always looking for ideas and inspiration and I’ll act very quickly if something comes along that captures my imagination. I was fifteen thousand words into a new book when I had the idea for the story that was eventually published as Christmas Under The Stars; I abandoned the first manuscript without a second thought and began again from scratch.
4) How did you get to publish your book?
The hard and old-fashioned way – through the ‘slush’ pile. I didn’t have any contacts in the industry, or really have any idea how the industry even worked, so I submitted the manuscript unsolicited, to an agent and was lucky enough to be spotted and signed that way. I never did any courses but sometimes I wish I had; the journey along the way might have been easier!
5) What’s the hardest part in promoting your book?
If it’s a book tour, being away from my family; I’m a real home-bird. But when people ask what my book’s about or the themes in it, I also struggle to reduce my stories to just a strapline or sentence. The books develop so organically over time in my head, it can be difficult for me to contain it within a neat summary.
6) Do you relate to your characters? Do they look like you?
Physically, I try to shake up how the characters look so that the heroines all feel different to one another, but increasingly I’m finding that, overall, I’m trying not to focus too much on their appearance; I want my readers to be able to see something of themselves in each character and go on the journey with her. I do have to relate to each heroine though - not necessarily fully; A character may be feistier or gentler than me, more patient or better-travelled, more ambitious or less resilient. I don’t always need to like her but I must understand her and feel empathy for her story.
7) What book influenced your life the most?
Probably A Fine Balance by Rohinton Mistry. Its actually rather bleak in its portrayal of survival in India – caste divisions, misogyny, poverty, begging culture, enforced sterilisation – but it opened my eyes more than any other book to the inherent unfairness of life and how happiness must be chased and chosen, not simply expected. It made me both more grateful for the good things in my life and also more focused about what I hope to achieve and how I intend to go about getting them.
8) Which writers do you admire?
I read a wide variety of books, I don’t like to be confined to just one genre or type, but I unfailingly love Elena Ferrante, Sebastian Faulks, Kate Atkinson, William Boyd, Ian McEwan and for the classics, Jane Austen, Thomas Hardy and George Eliot.
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